Categoria: Esperienze

La festa del Decennale


Domenica 13 novembre 2011 abbiamo festeggiato il decennale dell’Associazione.

Alle ore 11.00 abbiamo inaugurato la mostra “San Carlo Borromeo-La casa costruita sulla roccia” allestita presso l’ex oratorio femminile di Piazza San Gaudenzio alla presenza del Sindaco Roncari Marco, del Parroco don Reginaldo, di membri della giunta comunale e di volontari, soci e simpatizzanti dell’Associazione.

La mostra, curata dall’Arcidiocesi di Milano e dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana,  è stata realizzata in occasione del 400° anniversario della canonizzazione del Santo Patrono della nostra Diocesi.

Si trattava di un percorso nel quale attraverso pannelli didattici e riproduzione di dipinti il visitatore era condotto a incontrare non “un personaggio della storia passata, bensì una presenza attiva nel nostro presente, con tutta la carica di attualità dei suoi insegnamenti e della sua eredità pastorale”.

Alle ore 11.30 abbiamo partecipato alla Santa messa in San Gaudenzio in cui abbiamo ricordato e pregato per la nostra opera, e poi abbiamo pranzato insieme soci, volontari, famiglie solidali e famiglie assistite utilizzando il salone dell’oratorio di Bergoro.

Eravamo in 140 e lo spettacolo è stato veramente commovente.

Non si distinguevano le famiglie assistite da quelle solidali mischiate tra di loro insieme  a soci e volontari.

Il pranzo è stato preparato da una associazione di Lentate sul Seveso che si chiama “AVSIGNAM”  (visitate il loro sito www.avsignam.it) e che ha preparato tutto dalle tovaglie fino alla pulizia finale della cucina.

La caratteristica fondamentale di questa società di catering, è che è composta unicamente da volontari, persone con la passione della cucina che si sono messe insieme con lo scopo di aiutare i progetti di AVSI nel mondo. Infatti, il guadagno depurato delle spese vive per l’acquisto del necessario per preparare i pranzi, viene devoluto ad AVSI ( da qui il nome AVSIGNAM) che è una organizzazione non governativa (ONG) che ha progetti nel mondo in aiuto a popolazioni in difficoltà.  (www.avsi.org per ulteriori informazioni)

Al pranzo di grande qualità preparato per il decennale si è aggiunto un dolce fatto per l’occasione dalla pasticceria Favaro riprendendo un dolce della tradizione della nostra zona: “la brusela”.

La presentazione del dolce è stata accompagnata dalla declamazione di una poesia dialettale della nostra poetessa Pinuccia che ha recitato dei versi intitolati proprio alla brusela.

Il dolce è in vendita presso la pasticceria Favaro in una confezione che ricorda la scatola del progetto “Famiglie Solidali” e al cui interno troverete una piccola pergamena contenente alcune informazioni sulla storia del dolce e dei versi in dialetto tratti dalla poesia letta durante il pranzo dalla Signora Pinuccia.

Infine per i più piccoli, ma non solo per loro, Padre Marco Finco ha messo in scena uno spettacolo tratto dall’opera “Marcellino pane e vino”

Di tutto questo troverete un’ampia selezione nella galleria di foto direttamente sul sito.

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Un’esperienza


Riportiamo le parole di Claudio Ferioli, che commenta il suo operato da volontario.

Vi racconto qualcosa della mia esperienza di volontario.
Sono una delle migliaia di persone che periodicamente consegnano un pacco spesa a famiglie bisognose.
L’attività è molto semplice: si tratta di distribuire generi alimentari, raccolti durante l’anno attraverso il Banco Alimentare e tramite il contributo continuo di donatori. Il cibo viene raccolto, organizzato in pacchi spesa e quindi consegnato da noi volontari a delle famiglie bisognose. Nel mio caso, una volta al mese porto questo contributo a tre famiglie segnalate dai servizi sociali.

Faccio questa attività di volontariato da un paio d’anni.
Quando ne parlo, normalmente ricevo complimenti: che bravo! che generoso! Che costanza!
Bé, vi faccio una confidenza. Prendo volentieri gli elogi, ma tra me penso: ma quale bravura o generosità, quel pacco mensile in realtà serve anche a me!

Si, il pacco non è di utilità solo alle famiglie a cui lo consegno, ma serve anche a me.
E’ un fatto oggettivo, anche se non immediatamente comprensibile.

Cerco di spiegarmi.

All’inizio la mia preoccupazione era solo di come consegnare i pacchi più rapidamente e come rispondere senza imbarazzo alle richieste di queste persone, che chiedono di tutto.
Ero cioè attento solo a come svolgere il mio compito nel modo più rapido ed efficiente.

Poi, già dalle prime volte, qualcosa è cambiato. E’ maturata un’affezione verso queste persone. I convenevoli e le risposte di rito, hanno lasciato il posto ad una vera attenzione alle loro domande. Ho iniziato a preoccuparmi per loro, a pregare per il loro destino.

E arriviamo al punto: questa attenzione, questa affezione, mi fa vivere più pienamente, mi fa crescere. Non è facile da tradurre in parole ma, come dire, fa bene a me.

Questa è la mia esperienza, ma è anche quella della maggior parte delle persone che fanno volontariato sociale: tanti scoprono questa crescita della loro personalità.
Si potrebbe dire che la carità fa bene a chi la fa.

Ma perché questo avviene? Perché in un’azione caritatevole, ci guadagna chi la fa?
Qual’è il motivo?

Ho cercato una spiegazione a questa esperienza, ma con difficoltà.
Provate a pensare. Non c’è guadagno economico, questo è ovvio.
Non c’è scambio: le persone che aiutiamo non ci possono ricambiare.
Non c’è un aumento della professionalità: le attività che facciamo sono elementari, cioè consegnare una borsa della spesa, scaricare un furgone, ecc.

Non c’è nemmeno visibilità personale: non andiamo sui giornali né in televisione.
Nulla di tutto questo.

Ma allora, qual’è il motivo della nostra letizia?

L’unica spiegazione ragionevole, l’ho trovata rileggendo un brano della Deus Caritas Est di Benedetto XVI.
Così dice il Papa:

“…solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama. I santi – pensiamo ad esempio alla beata Teresa di Calcutta – hanno attinto la loro capacità di amare il prossimo, in modo sempre nuovo, dal loro incontro con il Signore eucaristico e, reciprocamente questo incontro ha acquisito il suo realismo e la sua profondità proprio nel loro servizio agli altri…”

Il servizio agli altri mi fa toccare con mano l’amicizia di Cristo, rende più concreta e
profonda la relazione con Lui .
E’ questa la fonte della pienezza e della ricchezza che proviamo.
A pensarci da’ i brividi, ma a viverla rende lieti.

Ferioli Claudio

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Articolo “SetteGiorni”


Riportiamo l’articolo pubblicato da SetteGiorni il 28 Gennaio.

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